Nutrimente si propone di accompagnare genitori ed educatori nel faticoso rientro dalle vacanze dei loro giovani figli e allievi.
Ad ottobre riprenderemo a commentare e rileggere in chiave critica alcuni articoli diffusi sul web in tema nutrizione e relazioni familiari, ma ci teniamo molto a ricordare agli adulti che si interfacciano con gli adolescenti che le parole e i gesti che rivolgiamo loro hanno un peso enorme sulla costruzione della loro identità.
È dunque opportuno evitare leggerezze. È meglio evitare battute sul corpo o confronti sull’aspetto o sulle performance fra fratelli, cugini e amici da parte di chi si prende cura di ragazzi preadolescenti e adolescenti. Come clinici ci rendiamo conto, in quanto riferito dai nostri giovani pazienti, che commenti inopportuni o leggeri di questo genere: sei più pienotta ora, continuando così diventerai come tua zia: guarda come si è ridotta, tuo cugino è molto più in forma di te, ci lasciamo andare così?, ben tornato, ma sei diventato enorme!, beh ci rimettiamo un po’ a dieta prima di ricominciare gli allenamenti eh, sei pelle e ossa: mangia qualcosa ogni tanto!… Seppur dettati da intenti benevoli, possono, invece che spronare il giovane a prendersi cura di sé e a mangiare meglio – non meno o più, ma “meglio”! – al contrario rischiano di alimentare il circolo vizioso di malessere in cui ci si sente inadeguati e non apprezzati.
Elisabetta Costantino, psicologa psicoterapeuta e socia di Nutrimente, riassume quindi dei piccoli suggerimenti del quotidiano rivolgendosi principalmente a insegnanti, allenatori e genitori:
- “Non sei solo un voto in pagella: vali di più”. Incoraggiare i ragazzi a ottenere buoni risultati è sano e ovviamente giusto; tuttavia i loro risultati non devono mai pregiudicare l’attenzione e le cure che rivolgiamo loro. Il tuo valore personale è dato da tanti aspetti e una performance scolastica è solo uno di questi.
- “Se i silenzi di tuo figlio fanno rumore, mettiti in ascolto”. Dietro una porta sbattuta, un silenzio, c’è spesso un forte bisogno di ascolto, a volte semplicemente silenzioso, una presenza accogliente e non giudicante, un adulto che sia base sicura in cui contenere questa confusione, con particolare attenzione a non alimentare il rumore, ma a comprenderne il significato.
- “Non confrontare il tuo corpo con quello degli altri: rispettalo”. Sui social sembrano tutti avere le caratteristiche di corpo ideale, e a volte ci si sente inadeguati. In questo modo non facciamo che mortificarci e criticare una parte di noi, che invece ha bisogno di accettazione per sentirsi incoraggiata. Ricordiamo ai ragazzi che confrontare il proprio aspetto con le foto degli altri sui social può alimentare il senso di inadeguatezza. Ricordiamo loro che sono unici, che il corpo non è un oggetto da trasformare o maltrattare con diete o sport eccessivo ma una parte di noi di cui prendersi cura.
- “Crea un clima sereno a tavola: non parlare di cibo”. Invitiamo i genitori a non commentare le quantità o le scelte dei propri figli o a paragonarle fra loro: approfittate dei brevi momenti faccia a faccia che ci regala lo stare insieme a tavola per parlare della giornata trascorsa o semplicemente per domandarsi come va.
- “Non essere il peggior nemico di te stesso: rivolgiti parole gentili”. Per affrontare le prove più difficili della quotidianità, proviamo a guardarci con occhi più amorevoli. Invece di criticare severamente le nostre vulnerabilità, proviamo a consolarle come faremmo con un caro amico. Pretendendo meno ed essendo un po’ più indulgenti coi nostri piccoli insuccessi, come genitori e come figli, riusciremo ad incoraggiarci e a far crescere in noi la fiducia e la sicurezza.
- “Il vero successo è fare ciò che ami”. Ognuno di noi ha un progetto, obiettivi, sogni. A volte lo facciamo per ricevere gratificazione e a volte per far contenti gli altri. Quanto spesso chiediamo a noi stessi e ai nostri figli se stiamo seguendo le nostre personali inclinazioni? Quanto le rispettiamo? Proviamo a fidarci di noi stessi e delle nostre sensazioni invece di raggiungere a tutti i costi un traguardo “numerico” (peso, voti, conto in banca…).
- “L’ideale può diventare una trappola: datti valore”. Il filtro perfetto, la dieta in 5 minuti, il guardaroba giusto…è importante avere degli obiettivi, anche ambiziosi imparando nel tempo a non relegare il proprio valore personale, in altri termini la propria autostima, ad un’unica area di vita
- È tuttavia fondamentale dar valore al tragitto, gratificare ogni gradino prima della vetta e riorganizzare il percorso in base agli intoppi, al contesto e alle risorse disponibili in quel momento.
- “Ognuno ha il diritto di vivere le proprie emozioni: non giudicarle”. Se nostro figlio ci dicesse di aver freddo in piena estate ci preoccuperemmo e ci attiveremmo vedendolo tremare. Così come le sensazioni o le percezioni fisiche, anche le emozioni sono una risposta personale ad uno stimolo. Sono sempre vere per chi le prova e per questo vanno comunque rispettate e non criticate o sminuite. Il compito di un genitore è quello di imparare a regolare e ad esprimere le proprie emozioni in modo più efficace per aiutare poi anche i propri figli a farlo. Evitiamo di dire “non c’è motivo di piangere, smettila sei esagerato”, manifestiamo vicinanza e comprensione invece con un “mi dispiace ti senta così, dev’essere brutto per te”. Solo dopo l’empatia sarà possibile una buona comunicazione, utile per cercare insieme soluzioni.
- “Non è lo specchio a mostrare la parte migliore di te”. Quando il nostro sguardo è rigido e giudicante siamo spesso destinati alla delusione.
Possiamo imparare, prima di tutto come adulti, a tollerare noi per primi i nostri difetti, le nostre imperfezioni e a guardare oltre lo specchio. Valorizziamo le sfaccettature della nostra personalità e impariamo ad accettare la distanza dall’ideale di noi.