Intervista a Ilaria Gemma Galli, atleta della Nazionale di Nuoto Sincronizzato
Uno dei progetti attivi dell’Associazione è focalizzato ai contesti sportivi, e nello specifico a quelle discipline in cui è posta particolare attenzione al corpo. In ambienti sportivi agonistici è possibile che l’autostima dell’atleta sia maggiormente dipendente dalla resa corporea, dal controllo sulle parti del corpo e dall’elevata presenza di pressioni genitoriali sul tema della performance e del successo. Questo, in alcuni casi, conduce ad elevare eccessivamente il proprio livello di perfezionismo, un altro dei fattori predisponenti verso i disturbi alimentari.
Una delle attività all’interno di questi progetti è la realizzazione di interviste ad atleti e sportivi di alto livello in cui viene trattato il tema dell’attenzione verso il proprio corpo e vengono discusse alcune esperienze di disturbi del comportamento alimentare.
La Dott.ssa Paola Dordoni, psicologa e psicoterapeuta dell’Associazione Nutrimente Onlus, ha incontrato Gemma Galli, atleta della Nazionale di Nuoto Sincronizzato. Gemma ha partecipato a 3 Mondiali, vincendo una medaglia d’Argento negli ultimi di Gwangju e portando alta la bandiera del nostro Paese in 2 Campionati Europei, dove ha vinto tre medaglie di Bronzo e una d’Argento.
L’intervista è finalizzata ad approfondire e discutere con Gemma il tema dell’attenzione al proprio corpo all’interno del nuoto sincronizzato e quanto questo possa essere (o non essere) un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare.
- Nel nuoto sincronizzato quanto pensi che sia importante “curare il corpo”?
Credo che in tutti gli sport sia fondamentale curare il proprio corpo, negli sport artistici in particolare oltre che per una questione di performance è importante anche per l’estetica. Lavoriamo tutto il giorno con il nostro corpo ed è fondamentale trattarlo bene per farlo funzionare al meglio.
- Quanto credi che possa contare sul risultato della performance?
Nella mia crescita ho provato sulla mia pelle quanto dare la benzina giusta al mio fisico mi permetta di reggere molto di più la fatica e di eseguire al mio meglio gli esercizi. Come dicevo, soprattutto negli sport Artistici è importante anche per una questione estetica ma a parte quello alimentarsi nella maniera corretta aiuta mente e corpo a raggiungere il top delle proprie possibilità.
- Quali fattori possono segnalare ad un’agonista che da curare il corpo si è passati a trattarlo male (maltrattarlo, punirlo)?
Spesso in questi casi si inizia ad essere sempre stanchi, non si riesce a recuperare nonostante i momenti di riposo, non si riesce a mantenere la concentrazione, non si riesce più a reggere l’esercizio fino alla fine. Si vive male e si ha sempre fame, diventa davvero un disagio e si sente di non avere energia per sopportare tutti i carichi di lavoro.
- Nella tua preparazione atletica ci sono stati/ci sono dei momenti in cui hai avuto l’impressione che il tuo corpo ti stesse “sfuggendo di mano”?
Da bambina avrei potuto mangiare un elefante intero e sarei comunque rimasta pelle e ossa, verso i 16 anni il mio fisico ha iniziato a cambiare, non ero più bimba stavo diventando donna. Non pensavo che l’alimentazione fosse qualcosa di fondamentale per lo sport e quanto alimentarsi nella maniera corretta potesse influire. Appena mi veniva detto che dovevo dimagrire la mia reazione era opposta, mangiavo il doppio.
- Cosa hai fatto?
Diciamo che ho fatto a “fisarmonica” fino all’anno scorso, non andavo da un professionista esperto e passavo da periodi in cui limitavo i carboidrati e mi rendevo conto di avere spesso fame e di non reggere fino alla fine gli allenamenti a momenti in cui mi lasciavo andare. Seguivo le credenze popolari riguardanti i carboidrati: la sera no, fanno ingrassare, bisogna mangiarne pochi. Finché un professionista esperto mi ha proposto di essere seguita da lui.
- Cosa ti ha aiutato?
Mi ha aiutato seguire una dieta, credevo fosse una limitazione, credevo di non riuscire a seguire un “allenamento” pure durante i pasti, volevo fare di testa mia e invece è stata la svolta. Dieta non significa morire di fame, soprattutto per atleti, io non davo abbastanza benzina ai miei muscoli e alla mia mente, ho iniziato a mangiare il doppio dei carboidrati, il doppio delle proteine e ho iniziato a dare importanza ai grassi… Ho iniziato a dimagrire mangiando cose che mai avrei pensato di poter mangiare e a sentire molto meno la fatica e a reggere meglio gli allenamenti. Così facendo non ho più avuto periodi in cui mangiavo più del dovuto perché il mio corpo non lo richiedeva, non l’ho più portato al limite e quindi mi ha dato oltre che un aiuto per la performance, la serenità. È stato un percorso lungo, ho sbagliato per anni ma è stato un percorso che mi ha permesso di raggiungere la consapevolezza, ho capito che l’alimentazione ha un ruolo fondamentale.
- Quali potrebbero essere le ripercussioni sulla prestazione sportiva in caso di eccessiva magrezza?
Sicuramente non si hanno energie per affrontare al meglio gli allenamenti e le gare.
- Quanto conta il ruolo della squadra nel riuscire a non perdere il giusto equilibrio?
È importante che soprattutto da piccole le atlete vengano educate e capiscano l’importanza dell’alimentazione per la salute e non solo per un fattore estetico. È importante eliminare i falsi miti perché altrimenti si condizioneranno a vicenda.
- In termini di prevenzione e pensando alla differenza tra attenzione e perdita di controllo, cosa ti sentiresti di suggerire ad una nuotatrice di sincronizzato che sta esageratamente dando attenzione al suo corpo al punto da maltrattarlo?
Credo che sia molto importante insegnare alle atlete giovani come mangiare correttamente per far funzionare il proprio fisico al meglio. Consiglierei di farsi seguire da un professionista esperto e di non pensare alla dieta come un mezzo per dimagrire ma come un modo per riuscire ad ottenere la performance migliore.
Questa testimonianza è molto preziosa per tutti gli atleti e gli sportivi che devono quotidianamente “fare i conti” con il proprio corpo. Desideriamo ringraziare Gemma per il contributo e per essersi aperta con noi circa suoi vissuti ed esperienze. Proprio per la rilevanza di questi temi l’Associazione Nutrimente Onlus è impegnata nell’affiancare allievi, sportivi ed insegnanti di molte discipline per favorire un rapporto sano con il proprio corpo e il cibo, al fine di promuovere uno sport di performance nel rispetto di sé stessi. Vengono proposti incontri di prevenzione sulla gestione dello stress e dell’ansia da prestazione e vengono attivati interventi mirati per affrontare queste ultime tematiche all’interno dello sviluppo della patologia alimentare.
Intervista a Ilaria Gemma Galli, atleta della Nazionale di Nuoto Sincronizzato